Pietra di Viggiu.
Descrizione del materiale:
CLASSIFICAZIONE.
Rocce sedimentarie (calcare - intraosparite).
CARATTERI.
Si
distinguono due varietà: una a grana media di colore nocciola (calcarenite) ed
una a grana fine di colore grigio. Entrambe hanno notevole compattezza.
COMPONENTI.
Calcite, dolomite, quarzo.
INQUADRAMENTO GEOLOGICO.
Appartengono alla
serie sedimentaria delle Alpi meridionali; formazione dei “Calcari selciferi
lombardi” (Giurassico) formazione che affiora in tutta la fascia prealpina della
provincia di Varese (Campo dei Fiori).
ESTRAZIONE.
Le cave sono ubicate nella Val Ceresio in prossimità del confine svizzero (Viggiù, Saltrio, Brenno Useria). Le
cave erano coltivate in galleria, lasciando in posto grandi pilastri di roccia
per sostenere le volte, a causa del limitato spessore dello strato calcarenitico,
sovrastato da decine e decine di metri di roccia ricca di selce e quindi non
utilizzabile.
IMPIEGO.
Come per la maggior parte dei litotipi, l’impiego si
allarga man mano a partire dalle aree limitrofe alle cave: ad esempio il fonte
battesimale del Battistero di Varese (XIII secolo), il santuario di Saronno e la
cattedrale di San Lorenzo a Lugano (inizio XVI secolo). A Milano, i primi esempi
risalgono al secolo XV (colonne del piccolo chiostro di S. Maria delle Grazie e
colonnine della tribuna bramantesca). L’uso divenne massiccio nei secoli XVII e
XVIII per le membrature architettoniche delle facciate degli edifici privati, in
associazione con gli sfondati intonacati, ad esempio a Milano i palazzi Reale,
della Biblioteca Ambrosiana, Annoni, Archinto, Litta, Trivulzio, Tharsis e il
teatro alla Scala; anche gli edifici religiosi utilizzarono queste pietre sia
per le strutture che per le decorazioni (Santa Maria Consolazione, Santa Maria
alla Porta, San Francesco di Paola, San Paolo Converso, San Tomaso in Terramara).
Nel secolo XIX la pietra fu impiegata soprattutto per portali, finestre e
balaustre dei balconi degli edifici, ma anche per la parte superiore degli
arconi della Galleria Vittorio Emanuele. L’uso cessò alla fine del XIX secolo
con l’avvento della pietra artificiale, nuovo materiale che consentiva di
realizzare gli stessi motivi decorativi con una spesa nettamente minore.
ALTERAZIONI.
Erosione superficiale fino a disgregazione, possibilità di solfatazione con formazione di croste, alterazione cromatica nelle varietà di
colore grigio.
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